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IMPORTAZIONE DI PNEUMATICI attraverso canali web – Si applica il contributo ambientale – Interrogazione parlamentare

Il D.M. n. 82 dell’ 11 aprile 2001, che regola la gestione di pneumatici fuori uso (PFU) ha come principali interlocutori “i produttori” e “gli importatori” di pneumatici, in alcun modo esenta dai propri obblighi i soggetti operanti dall’estero, c...


Dettagli della notizia

Data di pubblicazione

26 marzo 2014

notizia

Il D.M. n. 82 dell’ 11 aprile 2001, che regola la gestione di pneumatici fuori uso (PFU) ha come principali interlocutori “i produttori” e “gli importatori” di pneumatici, in alcun modo esenta dai propri obblighi i soggetti operanti dall’estero, che, tramite commercializzazione elettronica, importano pneumatici a distanza all’interno del mercato italiano.
E’ questa la risposta scritta (pubblicata il 17 febbraio 2014) data dal Ministero dell’Ambiente ad una interrogazione parlamentare (n. 4/00876 del 17 giugno 2013) nella quale veniva sollevato il problema della vendita al dettaglio di pneumatici attraverso “canali web” senza l’applicazione del contributo ambientale da parte di soggetti commerciali con sede all’estero.
In base ad alcune stime – si legge nell’interrogazione parlamentare - il potenziale mancato versamento del contributo ambientale ammonterebbe a circa 5 milioni di euro provocando gravi squilibri nel settore: mancato introito per l’erario di 1 milione di euro di IVA; ingiusto vantaggio sul prezzo di vendita che provoca una distorsione della concorrenza a scapito dei produttori e importatori che applicano il contributo; ulteriori costi che cadono sulla collettività una volta che questi pneumatici non contabilizzati come immessi sul mercato giungono a fine vita. Da qui la necessità di un intervento urgente sulla normativa vigente che imponga il pagamento del contributo ambientale anche per gli acquisti on-line di pneumatici venduti da soggetti commerciali son sede all’estero al fine di tutelare l’ambiente, la concorrenza e combattere l’elusione fiscale dell’IVA.
Nella risposta scritta, il Sottosegretario di Stato per l’ambiente e la tutela del territorio e del mare Marco Flavio Cirillo precisa che già la legislazione vigente in materia in alcun modo esenta dai propri obblighi i soggetti operanti dall’estero, che, tramite commercializzazione elettronica, importano pneumatici a distanza all’interno del mercato italiano.
Tuttavia, per le vendite a distanza effettuare da operatori extra-UE nei confronti di privati, è necessario, secondo il Ministero, “incrementare la vigilanza doganale che deve essere messa in condizioni di ricevere dai produttori e importatori di pneumatici … notizia dell’importo del contributo ambientale applicato al fine di far concorrere detto contributo all’imponibile doganale e IVA, nonché di stabilire con disposizione normativa le modalità di riscossione e gestione di detto contributo eventualmente riscosso dalle dogane”.

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