Palazzo Santa Lucia annuncia a sorpresa la revoca della procedura, Oliveto Citra festeggia.
Oliveto Citra – L’inceneritore non si farà. L’impianto che la ditta Tortora di Nocera avrebbe voluto avviare nell’area industriale di Oliveto Citra è stato fermato. Definitivamente. La Regione, ieri, “con un proprio atto dirigenziale ha disposto l’annullamento del decreto n. 66 del 5 febbraio 2009”. Si avviano così le procedure per la revoca della Valutazione di impatto ambientale per quell’impianto di rifiuti che, in due mesi, ha messo in fibrillazione il Cratere. E’ la stessa Regione che comunica la decisione: “In base alle osservazioni presentate dal Comune, la Regione Campania ha effettuato ulteriori verifiche dalle quali è risultato che la struttura rientrava per buona parte in un sito di interesse comunitario, circostanza non evidenziata al momento della presentazione della richiesta di valutazione che risale al 2009”. Insomma, quell’ok era viziato da una bugia, un’omissione. La lotta congiunta dei cittadini, delle istituzioni, Comuni limitrofi in primis, il grande fermento che in questi mesi è stato galoppante hanno prodotto i risultati i oggi. Ed ora si tira un sospiro di sollievo, ma non si abbassa la guardia, almeno fino a quando quelle ciminiere che si stavano costruendo, con tutta la loro imponenza, dinanzi ad un’impresa agroalimentare, accanto ad un fiume, a pochi passi dalle aree termali di Contursi, non saranno sigillate. Su quell’impianto, infatti, in pochi mesi, in virtù di quell’autorizzazione viziata, sono stati eseguiti dei lavori, tanti lavori, per un impianto che si presenta oggi quasi ultimato. Ma, secondo quanto indicato dal Comune di Oliveto, dalle istituzioni locali, il vicino Comune di Contursi Terme in primis, urlato dai cittadini, tutto sarebbe stato macchiato da notizie “false”, che sono state alla base di quell’ok del 2009.
Tutto è iniziato questa estate, quando, era il 19 luglio scorso, l’Aia, l’autorizzazione integrata ambientale, che era stata concessa nel marzo del 2010, viene pubblicata sul Burc. Oltre due anni dopo. Perché? Qualche subbuglio c’era già stato prima, alcuni termalisti si erano insospettiti per quei lavori a pochi passi da loro. Avevano lanciato l’allarme. Ma quell’impianto sembrava essere per le biomasse, per la produzione di energia. Ma dietro quella dicitura c’era di più. Era un vero e proprio inceneritore. Il Comitato “No inceneritore” ha iniziato a mettere fuori le carte, a verificare che dentro quelle centinaia e centinaia di pagine in cui si richiedevano le autorizzazioni, vi erano ben 400 codici di rifiuti. C’era di tutto. Si scopre così che la valutazione delle emissioni di fumo, ad esempio, prendeva spunto da Acerra. Da inceneritore ad inceneritore, quindi. L’impianto, nato quasi sotto silenzio, si rivela all’improvviso nella sua reale fattezza, come quelle ciminiere che svettano e che fanno io paio alla protesta di questi due mesi. Ed i tam tam è stato tempestivo, con i ragazzi, tanti, tantissimi ragazzi subito in piazza, con tute bianche, mascherine ed irruzioni in ogni convegno, iniziativa, incontro. Si presentavano, sensibilizzavano, parlavano, urlavano. Il Cratere, anche attraverso loro, come è accaduto nell’ultima manifestazione di domenica sera a Contursi, ha unito le forze delle giovani generazioni, insieme alle istituzioni. Erano dalla parte della ragione. In quelle carte si diceva che l’impianto non si vedeva, era fuori da aree protette, lontano da siti ambientali. Invece non era così, ricade in un’area Sic-Zps, cioè aree dove è fatto divieto assoluto di costruire impianti inquinanti, a 150 metri dal Sele e dalle acque termoninerali delle terme di Contursi, su un bacino idrografico che alimenta l’intera provincia di Salerno. Tutte notizie omesse, tutte bugie oggi smascherate.
Fonte: Il Mattino
Margherita Siani
Oliveto Citra – L’inceneritore non si farà. L’impianto che la ditta Tortora di Nocera avrebbe voluto avviare nell’area industriale di Oliveto Citra è stato fermato. Definitivamente. La Regione, ieri, “con un proprio atto dirigenziale ha disposto l’annullamento del decreto n. 66 del 5 febbraio 2009”. Si avviano così le procedure per la revoca della Valutazione di impatto ambientale per quell’impianto di rifiuti che, in due mesi, ha messo in fibrillazione il Cratere. E’ la stessa Regione che comunica la decisione: “In base alle osservazioni presentate dal Comune, la Regione Campania ha effettuato ulteriori verifiche dalle quali è risultato che la struttura rientrava per buona parte in un sito di interesse comunitario, circostanza non evidenziata al momento della presentazione della richiesta di valutazione che risale al 2009”. Insomma, quell’ok era viziato da una bugia, un’omissione. La lotta congiunta dei cittadini, delle istituzioni, Comuni limitrofi in primis, il grande fermento che in questi mesi è stato galoppante hanno prodotto i risultati i oggi. Ed ora si tira un sospiro di sollievo, ma non si abbassa la guardia, almeno fino a quando quelle ciminiere che si stavano costruendo, con tutta la loro imponenza, dinanzi ad un’impresa agroalimentare, accanto ad un fiume, a pochi passi dalle aree termali di Contursi, non saranno sigillate. Su quell’impianto, infatti, in pochi mesi, in virtù di quell’autorizzazione viziata, sono stati eseguiti dei lavori, tanti lavori, per un impianto che si presenta oggi quasi ultimato. Ma, secondo quanto indicato dal Comune di Oliveto, dalle istituzioni locali, il vicino Comune di Contursi Terme in primis, urlato dai cittadini, tutto sarebbe stato macchiato da notizie “false”, che sono state alla base di quell’ok del 2009.
Tutto è iniziato questa estate, quando, era il 19 luglio scorso, l’Aia, l’autorizzazione integrata ambientale, che era stata concessa nel marzo del 2010, viene pubblicata sul Burc. Oltre due anni dopo. Perché? Qualche subbuglio c’era già stato prima, alcuni termalisti si erano insospettiti per quei lavori a pochi passi da loro. Avevano lanciato l’allarme. Ma quell’impianto sembrava essere per le biomasse, per la produzione di energia. Ma dietro quella dicitura c’era di più. Era un vero e proprio inceneritore. Il Comitato “No inceneritore” ha iniziato a mettere fuori le carte, a verificare che dentro quelle centinaia e centinaia di pagine in cui si richiedevano le autorizzazioni, vi erano ben 400 codici di rifiuti. C’era di tutto. Si scopre così che la valutazione delle emissioni di fumo, ad esempio, prendeva spunto da Acerra. Da inceneritore ad inceneritore, quindi. L’impianto, nato quasi sotto silenzio, si rivela all’improvviso nella sua reale fattezza, come quelle ciminiere che svettano e che fanno io paio alla protesta di questi due mesi. Ed i tam tam è stato tempestivo, con i ragazzi, tanti, tantissimi ragazzi subito in piazza, con tute bianche, mascherine ed irruzioni in ogni convegno, iniziativa, incontro. Si presentavano, sensibilizzavano, parlavano, urlavano. Il Cratere, anche attraverso loro, come è accaduto nell’ultima manifestazione di domenica sera a Contursi, ha unito le forze delle giovani generazioni, insieme alle istituzioni. Erano dalla parte della ragione. In quelle carte si diceva che l’impianto non si vedeva, era fuori da aree protette, lontano da siti ambientali. Invece non era così, ricade in un’area Sic-Zps, cioè aree dove è fatto divieto assoluto di costruire impianti inquinanti, a 150 metri dal Sele e dalle acque termoninerali delle terme di Contursi, su un bacino idrografico che alimenta l’intera provincia di Salerno. Tutte notizie omesse, tutte bugie oggi smascherate.
Fonte: Il Mattino
Margherita Siani